E dopo la soddisfacente TOP (che potete trovare qui), ci troviamo purtroppo a parlare dei peggiori visti e recensiti nell'anno solare appena trascorso. A voi ciò che non avrei mai voluto vedere!
10° POSIZIONE: Un Fantastico Via Vai (2013)
"I Laureati" del 1995 è secondo me uno dei
migliori film di Pieraccioni e in generale un prodotto carino
che con il tempo ha acquisito degli aspetti cult i quali lo rendono ancora oggi
godibile. “Un Fantastico Via Vai” era stato annunciato dallo stesso regista
toscano come un’evoluzione del sopracitato “I Laureati”; una rivisitazione in
chiave più matura, una storia simile vista dagli occhi di un Leonardo ormai
adulto e sistemato. Qualcuno potrebbe erroneamente pensare che sia stata questa
componente generatrice di aspettative a rendere indegno tale prodotto ai miei
occhi. Mesi dopo invece, provando ad analizzare nuovamente la pellicola ho
avuto soltanto la conferma del livello infimo della produzione: realizzata con
poche idee, poco gusto e molti stereotipi. Lungometraggio a tratti anche
fastidioso per il solo fatto di pretendere che qualcuno (come feci io mesi or
sono) vada al cinema a rimetterci monete per vedere Pieraccioni fare la solita
camminata caracollante.
Il film prova solamente in due scene autocitazionistiche ad
avvicinarsi al prodotto a cui dice di ispirarsi, per il resto è una serie
infinita di luoghi comuni sul mondo universitario, battute povere di contenuti
e ormai trite e ritrite per chi segue il toscanaccio dagli esordi; regia banale
e personaggi odiosi. Il buonismo e le finte riflessioni filosofiche del
protagonista sono alla base della comicità del film. Un prodotto scadente, una
promessa di continuità non mantenuta. Evitabile.
9° POSIZIONE: Andiamo a Quel Paese (2014)
Devo essere sincero: nonostante come comici non mi facciano
impazzire, mi ero divertito a guardare “Il 7 e l’8”, loro primo film, e
avevo trovato intelligente il modo in cui veniva trattato il tema mafioso ne
“La Matassa”. Il terzo invece mi aveva abbastanza deluso, nonostante (anche in
questo caso) fossi finito inspiegabilmente a vederlo al cinema. Ma qui Ficarra e Picone sono davvero scaduti nel banale nel
tentativo di rigirare la crisi economica attuale cercando di farne motivo di
riso. Ficarra perde il lavoro e decide di tornare nel paese d’origine della
moglie per vivere con la pensione di una zia. Capendo di poter applicare questo
stratagemma anche con altri anziani pensionati, crea una sorto di ospizio nel palazzo in cui vive. Questa la
prima parte del film, un po’ prevedibile e un po’ lenta. Ma il peggio arriva
dopo. Gli anziani muoiono a causa del cioccolato e rimane solo la prima zia da
cui era partito il “sistemone”; a questo punto quindi Ficarra impone a Picone
(trantacinquenne nella finzione, quarantacinquenne nella realtà) di sposare la
suddetta zia (settantenne). Da qui in poi disavventure mai comiche al limite
del grottesco, recitazione scadente, messaggi assai superficiali e negativi e
noia infinita. Il loro peggior lavoro che mostra il peggio nella scena finale
del matrimonio con la platea-pubblico che ripete ciò che dicono i protagonisti. Comicità da recita scolastica di natale, di quelle che Matteo vorrebbe tanto
valorizzare per sostenere “le nostra tradizioni”, ma che obiettivamente
rasentano l’imbarazzo generale. Come per le recite, film solo per i parenti del
duo.
8° POSIZIONE: La Ragazza Del Mio Migliore Amico (2008)
Commedia americana che vorrebbe ricalcare i successi di altri
modelli più famosi, ma allo stesso tempo, sfruttando anche la presenza nel cast
del Jim di American Pie,
aggiungere una componente demenziale e spinta, legata prevalentemente al sesso,
che mirerebbe ad accalappiare un pubblico basso e per lo più giovanile alla
ricerca di risate facilissime. Il risultato è un miscuglio grumoso di già visto
e di volgarità gratuite. La fotografia e il sonoro dimostrano il discreto
budget della produzione, ma questo da solo non basta a fare un buon film, mai. Alec Baldwin cerca poi di risollevare la pellicola
attraverso un’interpretazione volutamente sopra le righe, ma non riesce nel suo
intento e anzi affonda ancor di più il prodotto.
Questo filmetto da quattro (ma forse di più) soldi, però riesce a
strapparmi una considerazione, anziché una risata: ci lamentiamo costantemente
del livello infimo che la storica commedia italiana ha raggiunto in questi
ultimi anni, soprattutto confrontando la nostra situazione con quella dei paesi
concorrenti, specialmente guardando agli Stati Uniti come riferimento alto. Diciamo
che “La Ragazza del mio Migliore Amico” conferma soltanto che la crisi del cinema va intesa in senso più
generale, e che la commedia classica degli equivoci, per poter riuscire al
giorno d’oggi, ha bisogno di un’intuizione alla base che la ponga al di sopra
del marasma generale. Questo film non ha intuizioni, né gusto. A mai più
7° POSIZIONE: Un Natale Stupefacente (2014)
Essendo anche nel periodo più adatto a questo filone di film, mi
sembra il caso di soffermarci a riflettere in maniera più approfondita riguardo
il fenomeno morente e resuscitante dei cinepanettoni. Ogni anno questa
tipologia di film tende sempre a guadagnare meno, ma le case produttrici non
esitano un attimo a finanziare questi progetti che da qui a qualche anno
potremmo definire suicidi. Chissà perché. Intanto dobbiamo sorbirci ogni anno
un nuovo strazio firmato Vanzina o Parenti. Stavolta è il turno di “Un Natale
Stupefacente”, film visto solo ed unicamente per la presenza di Lillo e Greg,
comici molto british (almeno fino a qualche tempo fa) che io apprezzo molto fin
dagli esordi di “Latte e i suoi Derivati”. Ho sperato in qualcosa di diverso
anche spinto dall’episodio passabile che i due avevano interpretato l’anno
precedente in “Colpi di Fulmine). Cambiando regista però, il risultato non cambia, e
ciò che ne viene fuori, manco a dirlo, è il solito film di Natale che parte
leggermente meglio degli altri, ma finisce comunque con incesti, finzioni e
gente che sta con gente ma ama gente e inganna altra gente per stare con la gente
che ama davvero. Solito prodotto indecente e insulso sia nel concept primario
che nello sviluppo e nella realizzazione. Baracca generale assai ingombrante in
cui neanche i due comici romani riescono ad esprimere la loro verve nonsense e rimangono incastrati in una
scrittura banale che vorrebbe essere per tutta la famiglia, sì, ma per una
famiglia di decerebrati. Ovviamente bocciato. Irritanti e superficiali le
figure dei due assistenti sociali prima pro famiglia tradizionali e poi
improvvisamente gay, che poi uno di loro è il Libanese
di “Romanzo Criminale - La Serie”. Che brutta fine.
6° POSIZIONE: Comportamenti Molto Cattivi (2014)
L’incipit parrebbe abbastanza semplice e intuitivo: un ragazzo si
innamora di Selena Gomez (non proprio la prima che capita insomma) e farà di tutto per conquistarla; e,
spoiler degli spoiler, alla fine la conquista anche. Il problema sta nel mezzo:
madri apparentemente morte, relazioni con le mamme dei migliori amici, la mafia
lituana e qualche grammo di meth (non blu) che non guasta mai. Un
film che mai mi sarei sognato di guardare, ma, convinto dai primi minuti della
pellicola in cui un apparentemente simpatico giovinotto rompe gli schemi e
parla alla telecamera di come la sua vita sia andata allo strafascio, ho
commesso l’errore di farlo. E
che errore! Un’accozzaglia
indefinita di teen movie, volgarità, gangster movie, non-sense e battute
davvero tristi. Ciò che emerge maggiormente da questo film, scritto
evidentemente da un gruppo di ragazzini condizionati da violenti moti ormonali,
è il trash che pervade ogni scena,
ogni evento che accade, ogni inquadratura. Tutto è ridicolo e lo sviluppo porta
anche quelle poche briciole di originalità iniziali a sbattere contro un muro
di putridume che fatico a definire cinema. Sconsigliato.
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