lunedì 5 febbraio 2018

COSMOTRONIC PER PERDERSI

L’ultima festa era il cuore di Cosmo finora. Un momento d’estasi in cui tutti erano protagonisti, tutti sul palco a saltare senza sosta. Ma quella festa non era l’ultima, anzi, proprio su quel modello nasce e si sviluppa Cosmotronic, che è sì una festa, ma assolutamente diversa rispetto al passato. Cosmotronic nasce dall’esperienza dell’Ivreatronic, festival di musica elettronica organizzato dallo stesso Cosmo nella sua città natale. Uno spazio di libertà in cui far rivivere un sound passato e mai vecchio.


Il doppio album nasconde un doppio target d’ascolto, che non necessariamente va a pescare da due contesti differenti, ma può benissimo trattarsi degli stessi individui presi in momenti diversi della giornata, o addirittura della stessa “festa”. Nella scrittura, Cosmo si allontana da Battisti e dal cantautorato italiano classico, specialmente per i temi toccate nei suoi testi. Se L’ultima festa si basava principalmente su un forte sentimento di nostalgia che guardava al passato e su una certa critica sociale che non può fare a meno di puntare al futuro, Cosmotronic non è “nient’altro che questo, sempre questo”. È un lavoro che parla di presente.

Non è il vomito sul passato
Rinnegato
Dimenticato
Piuttosto è che 2018, 19, 20…

Non è un caso che il brano più sentimentale, più attaccato alla radici anche storiche dell’autore - Sei la mia città - sia stato pubblicato come primo singolo ormai nel maggio dello scorso anno; e che appaia quasi come un corpo estraneo all’interno dell’ultimo album. Il presente di Cosmo è quel meraviglioso istante in cui non c’è nient’altro che la musica, il ritmo primordiale, il sentimento, il movimento, e tutto il resto non conta più nulla. Cosmotronic si presenta quindi come un album da ballare senza pause, ad occhi chiusi, sentendo il contatto con la terra e con i corpi che ci stanno attorno.

Ho voglia di ballare, solo di ballare

Con l’intento di abbandonare ogni pretesa di verità assoluta resta la realtà che si dà appieno e nella quale viviamo senza esitazione le nostre emozioni. Passato e futuro sono l’eco e l’ombra di questo istante senza freni. Così facendo, Cosmo riporta alla luce una musica italiana frivola, fine a se stessa ed estremamente divertente, da Turbo - nella quale lo stesso autore ride con noi - a Tristan Zarra, manifesto della semplice elettronica italiana. Con il lato B poi l’autore rincara la dose entrando nell’elettronica più pura, alla ricerca di “una hit senza il ritornello”.



Cosmotronic è musica di qualità con premesse ideali spicciole. Avanti anni luce rispetto alla media del panorama indie italiano, Cosmo ha saputo ritagliarsi il suo spazio nel suo genere, portando avanti un’idea musicale e maturando lavoro dopo lavoro. Il terzo album è un salto nel buio del gradimento di un pubblico mediocre e contemporaneamente un passo verso la definitiva consacrazione. Cosmotronic per ballare, divertirsi e cancellare la paura, per perdersi.

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