New York, vento incessante di un autunno che volge all’inverno
più duro. Naz prende in prestito il taxi del padre per raggiungere gli amici ad
una festa, ma una banale dimenticanza lo porta ad incrociare la sua strada con
quella di Andrea, ragazza perduta nel caos dei palazzi, alla ricerca di un
corso d’acqua. I due si conoscono, si comprendono e finiscono a casa di lei,
dopo aver assunto alcune sostanze. La situazione
comincia ad accelerare e Naz si lascia trascinare dagli eventi. Si risveglia
solo dopo alcune ore con la testa appoggiata al tavolo della cucina, senza
ricordare nulla di ciò che ha succeduto l’ingresso nella casa della ragazza. Sale
scale per riprendere i suoi vestiti, accende una soffusa luce rossastra e
scopre il corpo della giovane ragazza dilaniato da un numero eccessivo di
coltellate alla schiena. Stesa sul letto inerme.
The Night of è una delle sorprese del 2016, caratterizzata
da un pilot eccellente e una conclusione drammaticamente realistica. Nel mezzo
in realtà la serie prende alcuni tempi e tenta di ampliare alcuni personaggi
senza riuscirci particolarmente, ma nel complesso l’esperienza offerta dalla
nuova produzione HBO è quantomeno coinvolgente e appagante.
I temi trattati nel corso delle puntate sono molteplici:
dall’uso della violenza alla violenza in uso nelle carceri, dalla situazione socioeconomica
degli immigrati musulmani negli Stati Uniti al degrado della lower class
newyorkese. In tutto ciò si insinua un’importante ricerca della colpa. Rispetto
ai fatti, attraverso la versione di Naz, viviamo l’evento della morte violenta
di Andrea tramite un buco nero della durata di qualche ora che impedisce di
comprendere la realtà. E nell’assenza dell’univocità dei fatti possiamo seguire
le indagini e le speculazioni degli avvocati per creare una storia che
convince, ma non è mai quella reale. In questo emerge il crudo realismo della
serie che, a dispettosi una costruzione molto romanzata e precisa, tenta di
raggiungere un livello superiore nel finale, estendendo il concetto di colpa a
partire dalle basi della società.
In The Night of non ci sono eroi, solo uomini, e ognuno di
loro porta dentro di sé una colpa, o l’assumerà nel corso della serie. Nessuno
si preoccupa davvero degli altri, ma per sopravvivere in questa sudicia New
York è necessario lasciar prevalere l’egoismo e l’attaccamento per il vile
denaro. Le anime dei protagonisti sono macchiate di un nero profondo, che
intaccherà presto ogni parte di loro per portarli all’odio del mondo e di loro
stessi. Il personaggio di John Turturro, l’avvocato di bassa lega John Stone, è
uno degli esempi più limpidi di questa tendenza: egli vive a contatto con
piccoli criminali per andare avanti e le sue frustrazioni personali emergono
nello sfogo che gli martoria la pelle. John Stone è un personaggio complesso
che tenta di emergere al di sopra della melma putrida in cui vive, tenta di
ripulirsi aiutando lo sguardo terrorizzato di Naz, ma continua a ricadere nelle
stesse incongruenza, gli stessi problemi che lo tengono al di sotto. Ogni sua
azione è guidata da un fine personale mascherato da collaborazione sociale,
fino al finale in cui probabilmente emerge il suo lato maggiormente sensibile
alle persone che lo circondano, per poi continuare sulla sua strada maledetta.
The Night of ha molto da regalare a chiunque voglia
avvicinarsi ad una serie all’apparenza semplice e commerciale, ma che potrebbe
generare alcune riflessioni interessante dietro il velo di semplice
intrattenimento. Il rimpianto è legato ad una struttura non ottimale nella
sezione centrale della serie, che la porta ad arenarsi ed incagliarsi in
sottotrame di livello inferiore rispetto ad un pilot incredibile. Un gradino
sotto rispetto alle premesse, resta comunque una serie di livello medio-alto. Le storie che ascoltiamo ogni giorno nei talk
show, quegli omicidi efferati che riempiono le testate dei giornali minori,
quei processi che ci indignano, ci colpiscono allo stomaco e ci appassionano
allo stesso tempo spesso non hanno una realtà univoca. Spesso le verità sono
molte, anche più delle menzogne, e allora il mondo sceglie a cosa credere, escludendo
inevitabilmente la verità di qualcuno. Se non potessimo verificare la colpa, la
colpa sarebbe di tutti noi.
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