Guardando il video di “Demons” degli Imagine Dragons (https://www.youtube.com/watch?v=mWRsgZuwf_8)
ho notato un’appendice al termine del brano. Si tratta di un filmato amatoriale
che riprende un ragazzo mentre esprime se stesso ad un concerto della stessa
band sulle note di It’s Time.
Il ragazzo in questione è Tyler Robinson,
all’epoca diciassettenne Statunitense affetto da una rara forma di cancro ai
tessuti muscolari. Nel breve estratto inserito al termine della canzone Tyler
sembra carico di Gioia, Amore, Vitalità. Quando poi entra in contatto con Dan
Raynolds, frontman degli Imagine Dragons, egli esplode tutto il suo
attaccamento alla vita. Carica sovraumana, forza della natura. L’effetto che la
musica ha su di lui è straordinario. Un video che in pochi secondi commuove
mostrando l’animo ferito ma battagliero di un piccolo grande uomo.
Qualche mese dopo Tyler non ce l’ha fatta, lasciando un
vuoto enorme, colmato parzialmente da una fondazione benefica a suo nome (http://www.trf.org/).
Mi sono sempre
chiesto che ruolo abbia la musica nella nostra vita. Spesso si sente dire di
quanto la musica sia fondamentale nei momenti difficili, di quanto questa riesca
addirittura a far superare problemi insormontabili. Essa viene talvolta
associata alla malattia, alla sofferenza. Alcuni, come Tyler, riescono a
trovare proprio nella musica la forza nascosta dentro di loro, la forza di
andare avanti. Il video dimostra palesemente quanto una canzone possa influire
sull’animo di una persona. Riguardo questa assolutizzazione del ruolo della
musica, sono però parzialmente in disaccordo. Secondo me la musica non serve a
superare le difficoltà. Il tempo, la volontà, forse il destino, ma non la
musica. Questa sicuramente però aiuta ad affrontare i momenti più duri, a
viverli meglio.
A mio parere la
musica si divide in due grandi categorie:
quella che riempie la mente e quella che la svuota. La prima tende a far
riflettere chi l’ascolta, gli fa tornare in mente ricordi, pensieri sopiti da
tempo, nel peggiore dei casi gli fa rimuginare sulle ombre di un passato che
ancora lo inseguono. E’ la musica che fa stare seduti sull’autobus a
contemplare il mondo che scorre, quella che fa piangere, quando si ha necessità
di farlo. Riflessiva, profonda, personale. La musica che svuota la mente invece
fa l’opposto, cioè contribuisce a far dimenticare i problemi, le avversità, il
passato. È più attiva. È quella che porta ad agitarsi seguendo un ritmo mai
preciso dettato dal momento. Quella che non fa pensare ma agire. La mente umana
si svuota per lasciare il posto alla natura: questo secondo tipo di musica provoca
la manifestazione del nostro vero essere, a volte anche della nostra parte animalesca
o primitiva. È a questo secondo gruppo che assocerei “It’s Time” per Tyler. La
canzone, i suoni forti dell’esibizione live, la situazione particolare in cui
si trova, portano il ragazzo a mostrare la sua vera natura, la passione, il suo
istinto irrefrenabile. E il suo istinto indica sopravvivenza, sopravvivenza
sopra ogni cosa, infinito attaccamento alla vita; e ciò è confortante perché
sottolinea ancora una volta che la natura umana è di per sé molto più vicina
alla vita che alla morte. La divisione tra queste due macrocategorie comunque,
essendo assai soggettiva, non è ben definita e uno stesso brano potrebbe, per
un dato soggetto, rientrare in entrambe le classi, oppure passare dall’una
all’altra a seconda di altri fattori, sia interni che esterni all’ascoltatore.
Allora cos’è la musica? Perché una serie di suoni può
provocare così tante emozioni in una sola persona? Perché abbiamo la necessità
di sentire sempre una canzone nella nostra testa? Perché la stessa scena di un
film può generare in noi sentimenti contrastanti se vista con o senza colonna
sonora? Non lo so. Non so dare una risposta certa a tutto ciò. Quello che so è
che la musica è molto importante, aiuta nei momenti duri e, a seconda della
situazione, può modificare lo stato d’animo e il rapporto dell’ascoltatore con
il mondo circostante. Essa è una compagna di viaggio nel lungo percorso della
vita, sempre presente nella nostra auto, ma seduta dietro. La sentiremo sempre
in sottofondo, soprattutto quando non ci sarà nessun altro nella nostra
vettura, ma, quando si presenteranno le avversità, quando avremo bisogno di una
mano a tenere dritto il volante, contro le intemperie che ci saranno in strada,
sarà di un altro passeggero che necessiteremo, qualcuno seduto sul sedile alla
nostra destra.
Il collante che tiene insieme le esperienze, lo sfondo
delle nostre “storie di una vita incredibile”, la massa che da volume
all’esistenza. Vibrazioni, sensazioni, mare di emozioni. La musica è vita, la
Musica siamo noi.
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