La vita di uno studente universitario medio è scandita da
pochi ma significativi eventi: la vacanza estiva, il concerto di Cosmo, la
sessione d’esami. Con questo breve articolo-guida cercherò di sintetizzare al
massimo le fasi di un esame finito male.
- Primo giorno di corsi: aspettative medio-alte. Le premesse
ti piacciono, gli orari non sono nemmeno male. Stai anche attento alla
calligrafia degli appunti che poi tanto ricopierai in biblioteca. Tutto sembra
andare a gonfie vele, senti già il profumino dolce della laurea.
- Secondo giorno di corsi: aspettative medie. Le lezioni
cominciano a sembrare leggermente meno interessanti, ma tu non demordi, almeno
finché non arriva il messaggio del tuo amico che ti invita a calcetto o il
promemoria dell’amica che ti ricorda della puntata di Grey’s Anatomy. Quello è
il momento in cui perdi la prima parole, il primo concetto. Rimetti nella borsa
il cellulare e con tuo collo alla ispettore gadget recuperi ciò che hai perso,
ma quel momento esatto del secondo giorno rappresenta il presagio della fine, e
tu lo sai.
-Seconda settimana: aspettative Ungaretti. Hai finito la
passione e hai cominciato a seguire il corso per l’inerzia accumulata nei primi
giorni di università. Non ti interessa più ciò che il professore dice, e spesso
non riesci più a capire il senso, l’argomento centrale a cui tutte le parole
pronunciate al vento dal temibile uomo si aggrappano. Ciò si traduce in una
serie di frasi sconnesse sul tuo quaderno degli appunti, senza senso e senza
connettivi logici. Ermetismo puro.
- Terza settimana: AAA aspettative cercasi. Hai
definitivamente perso il filo. Non segui se non con la coda dell’orecchio. Senti
parole, brusii che trascrivi esattamente come le ricevi, quindi geroglifici
stracolmi di errori grammaticali, per i pochi che riescono a leggerli. Hai smesso
di trascrivere gli appunti confidando sulla tua capacità di analisi dei testi
in esame e sulla benevolenza dei compagni di corso. Alla fine solo gli incapaci
prendo appunti sul serio.
- Quarta settimana: aspettative Football Manager. Sulla
scia della procrastinazione hai smesso di seguire il corso, vai in università
per vedere qualcuno, per non stare a casa, per far cambiare l’aria ai libri,
che sennò si ammuffiscono su quella scrivania. Vai a lezione solamente quando
la biblioteca è piena, ma la tua unica preoccupazione in aula è se mettere il
portiere del Chievo o quello del Cagliari al fantacalcio. Prenderanno tre gol
entrambi. Questo fantacalcio si vince dopo la laurea.
- Fine dei corsi: aspettative Pacciani. Il corso è
terminato e tu sei combattuto tra il senso di colpa per non aver seguito a
dovere e la gioia di avere sostanzialmente un paio di settimane di vacanza
prima dello studio intensivo. Sei ancora tranquillo, conti i giorni che mancano
al primo appello sul calendario e confidi nelle tue capacità per preparare
tutto in soli 10 giorni, compresa festa di compleanno spacca fegato dell’amico
e gita fuori porta con i compagni di merende.
- Inizio dello studio: aspettative Marchionne. Arriva il
giorno fissato per l’inizio degli studi e sembri aver ritrovato lo smalto di un
tempo. Sfogli i libri (4), conti le pagine che credi possano chiedere all’esame:
Cinquecento, che per dieci giorni di studio sono cinquanta al dì,
preferibilmente dopo i pasti. Il primo giorno tieni tendenzialmente una media
accettabile: quaranta pagine, le dieci in difetto le recupererai la mattina
dopo. Sveglia presto.
- Secondo giorno di studi: aspettative Ritorno al Futuro.
Punti la sveglia alle 7. Alle 6:53 ti svegli con la vescica piena. Vai in bagno
e mentre espleti le tue funzioni fisiologiche sposti la sveglia alle 7.30, perché
mezz’ora tolta allo studio non fa differenza, ma mezz’ora tolta al tuo letto è
questione di vita o di morte. Alle 7:30 la sveglia suona, la sposti di mezz’ora.
Alle 8 la sveglia risuona, la sposti di mezz’ora. Di mezz’ora in mezz’ora ti
alzi dal letto per colpa del fascio di luce che penetra dalla finestra
socchiusa. Sono quasi le 11. Scendi in cucina a fare colazione, sfogli la home
di facebook con il cellulare, controlli due messaggi nei gruppi Whatsapp in cui
sei stato inserito per errore e torni in camera tua a studiare. Sono le 12. Leggi
tre pagine, ti chiama il tua amico per organizzare il cinema, suona due volte il
postino - che comunque ha sbagliato campanello -, vai due volte a prendere un
bicchiere d’acqua gassata a garganella, ti chiama tua madre perché è pronto il
pranzo.
Bilancio del secondo giorno: otto pagine studiate. Due concetti
quasi capiti. Il ritardo sulla tabella di marcia si fa importante. Ma le tue capacità
possono questo e altro.
- Terzo giorno di studi: aspettative Frate Indovino. Hai rinunciato
a studiare tutte le pagine e hai applicato il metodo “ne studio una sì e dieci
no”. In questo modo saprai sicuramente gli argomenti a grandi linee, pur
peccando nei dettagli. Il 24 non te lo toglie nessuno.
- Sesto giorno di studi: aspettative Messico. Il metodo
che stai applicando funziona bene per la velocità, un po’ meno per i contenuti.
Leggi nomi, formule, definizioni complicate e voli pindarici che farebbero impallidire
l’aviator D’Annunzio. Diciamoci la verità: ti sei smarrito come Jennifer Connelly
nel labirinto di David Bowie e solo una fuga all’estero potrebbe salvarti da un
esame che si preannuncia fallimentare.
- Tre giorni all’esame: aspettative Mark Zuckerberg.
Poggi adagio i quattro libri dell’esame nel cestino sotto la tua scrivania. Vorresti
piangere, ma fingi di essere superiore a queste logiche conformiste secondo cui
uno dovrebbe essere valutato in sede d’esame per ottenere quei maledetti CFU. Con
le ultime forze rimaste vai sul gruppo facebook del corso a cercare degli
appunti per preparare l’esame in tre giorni.
- Due giorni all’esame: aspettative Il Pensatore. Il tuo
post su facebook ha ricevuto due mi piace, probabilmente da ragazzi più
bisognosi di te, e un solo commento di una ragazza che vorrebbe due reni e un
polmone in cambio di qualche schemino a matita. Anziché recuperare i libri nel
cestino sotto la scrivania, però, preferisci stenderti sul divano a perdere
tempo pensando al tempo che hai perso cercando metodi alternativi allo studio.
- Un giorno all’esame: aspettative (Le vie del signore
sono) finite. Senti di aver sempre saputo che non avresti dato quest’esame. Prendi
i libri dal cestino e li riponi nella libreria, serviranno poi. Sei comunque
tentato di tentare l’esame confidando nella fortuna e in quei due concetti
appresi durante la prima settimana di lezione. Ti riservi il diritto di
decidere l’indomani mattina.
- Il giorno dell’esame: aspettative amletiche. Ti svegli
e già sai che non darai l’esame in questa sessione. Cerchi qualche scusa per te
stesso ma non la trovi. Ti resta solo un ultimo dubbio: se darlo a settembre o
ritirarti dall’università.
- Primo giorno del secondo semestre: aspettative Jakob il
bugiardo. Le premesse ti piacciono, gli orari non sono nemmeno male. Stai anche
attento alla calligrafia degli appunti che poi tanto ricopierai in biblioteca. Tutto
sembra andare a gonfie vele, senti già il profumino dolce della laurea.
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