Un anno di rincorse, riesami, riavute.
Ha il suo gusto ritrovarsi anche ciclicamente in modo rituale.
Ora tocca ai film parlare. Le classifiche sono così anni 2010s. Ora che entriamo di prepotenza nei luccicanti, sfavillanti, ruggenti 20s sarà il caso di ammodernarsi. Andiamo en passant con i miei migliori dieci titoli, in ordine di uscita. Che siano scoperte e consigli.
Inizia la commedia, che parlino gli attori.
Suspiria (2018) di Luca Guadagnino
Remake che si discosta dall'opera originale per raccontare una storia torbida, violenta. Il nostrano Guadagnino si conferma una mano delicata che scende nel genere, dal romantico al thriller, fino alle tinte horror di questa nuova demoniaca creatura argentiana.
Meravigliosa l'appazione della Mater Suspiriorum accompagnata dalle musiche di Thom Yorke, momento cinematografico tra i più alti ed efficaci dell'anno, da conservare vivido negli occhi.
La Favorita di Yorgos Lanthimos
Lanthimos è il regista rivelazione dell'ultimo decennio.
La Favorita è un capolavoro di stile che non smette di scavare attorno ai nuclei del regista; dove non si può arrivare, egli mostra in silenzio l'uomo e i suoi vuoti.
Le tre attrici protagonisti duellano alla miglior performance e danno vita ad un'opera di spessore internazionale. Storia del cinema.
La Casa di Jack di Lars von Trier
Esperienza visiva violenta e brutale costruita sui più ricercati stilemi cinematografici dell'ultimo ventennio. Lars von Trier è in grado di trasporre un pensiero indicibile per immagini e condurci come il protagonista verso una discesa agli inferi della post-moralità. Fino alla luce della redenzione, che forse è la stessa della fine.
La Casa di Jack è un viaggio da intraprendere.
Midsommar di Ari Aster
Sorpresa in positivo del 2019 per una pellicola a tratti insostenibile che tocca picchi di incubo visivo.
Un horror psiologico dove non cala mai il sole realizzato con una messa in scena impressionante, invidiabile, per parlare del rapporto di coppia, della colpa, dell'attraversmento del lutto. Imperdibile.
La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco
Maresco - apprezzatissimo a Venezia - realizza un film a due anime per raccontare l'omertà siciliana: da una parte la battaglia donchisciottesco della fotografa Letizia Battaglia, dall'altra la storia irreale dell'impresa di Ciccio Mira. Il risultato è un docufilm che arriva dove la finzione non avrebbe neanche immaginato. Le migliori risate per il miglior ritratto.
C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino
Su questo film si potrebbero scrivere saggi su saggi.
Mi limiterò a questo:
Avevo il cinema negli occhi, quando sono uscito
Questo mi basta.
Burning di Lee Chang-dong
Voliamo in Corea per una meravigliosa scoperta. La nuova scuola orientale approfondisce una nuova narrazione della classe meno abbiente, della gioventù, della noia.
Dal romanzo di formazione alla storia sentimantale, dal thriller al dramma psicologico, Burning copre un vasto spettro di colori con una grazia unica, un tocco leggero che mostra senza giudicare ogni caduta che non sarà l'ultima.
Parasite di Bong Joon-ho
Avevamo promesso di non cadere nelle bieche classifiche di provincia, eppure i meriti di Parasite sono sotto gli occhi di tutti e non possiamo esimerci dal premiarlo con l'ambito premio di film dell'anno. È lui, poche storie.
La mano strepitosa ed equilibrata, eclettica di Bong Joon-ho dimostra quanto ancora sia attuale raccontare la diparità, la lotta di classe.
Parasite è un film totale, perfetto, una gemma rara e unica.
Marriage Story di Noah Baumbach
Finalmente l'altro Wes Anderson riesce a produrre un prodotto riuscito e unanimamente riconosciuto.
Marriage Story ha i conottati del saggio con i giusti tocchi umani.
La scena iniziale e quella finale chiudono un cerchio preciso e misurato, eppure estremamente vitale.
Scarlett Johansson e Adam Driver reggono un dramma fin troppo vero, toccante.
The Irishman di Martin Scorsese
Martin torna al suo vero grande amore e mette a disposizione le sue abilità uniche per un'altra sporca storia americana. È grande cinema, di quello dell'anima, e anche l'ultima vera occasione di rivedere insieme quattro mostri sacri della nuova Hollywood.
Una visione agrodolce che ha il gusto delle grandi produzioni di un cinema passato.
Quindi. C'è stato tanto, quasi tutto, e chi non c'è stato o ha demeritato (Joker) o ha semplicemente scelto l'annata sbagliata per uscire in sala.
Scoperte e ritorni e dintorni.
Che questo Natale vi sia stato lieve, che quest'anno vi abbia scoperti.
Che la prossima volta sia una di tante e l'unica.
È bello tornare a parlare di cinema e di noi.