Serie Principale

domenica 14 giugno 2015

RECENSIONI DELLA SETTIMANA 8-14 GIUGNO


FILM: Super (2011)
James Gunn, prima di passare agli ordini dei Marvel Studios, diresse “Il Batterista Nudo”, Rainn Wilson, in questo film sui supereroi poco convenzionale, violento e disturbante. Il film, nel suo complesso, è davvero complesso (giocone di parole, eh?). Ciò è dovuto principalmente al fatto che, sotto la maschera di psicopatico, sotto quella di reietto della società, sotto quella di alienato, il protagonista nasconde delle emozioni e dei sentimenti che riassumono meno una determinata condizione umana, ossia l’isolamento o l’abbandono. In questo il film funziona egregiamente mostrando a tratti gli aspetti più fragili di un personaggio controverso ma assai sensibile e umano.
Che Gunn sia un ex Troma (se non sapete cos’è, correte a rimediare) lo si nota da qualche scena bizzarra e sopra le righe, per non dire trash oltre ogni limite, come quella dell’indice di Dio. Il film oscilla sempre tra realismo (sostenuto dalla violenza gratuita ed esplicita) e parodia. Alcuni personaggi, come il protagonista, sono più legati al secondo mondo ma sostengono involontariamente il primo, e lo stesso accade a quelli che risultano più legati al primo. Un intreccio interessante. In quest’ottica ho quindi apprezzato maggiormente il protagonista e il braccio destro del supercattivo rispetto all’esaltata Ellen Page e a Kevin Bacon, ma riconosco che senza questi ultimi il bilanciamento di cui sopra sarebbe venuto a mancare.
Film ben congeniato e ben realizzato, troppo spesso etichettato come opera minore. VOTO: 7.5


ALBUM: Il Padrone Della Festa - Live (2015)
Esiste una cricca di artisti italiani pop poco pop, un po’ alternativi nel loro modo di intendere il pop. Quegli artisti che si conoscono di nome ma non si fanno mai vedere, se non per qualche rapida apparizione sanremese o a qualcuno degli svariati primi maggi che fioriscono ogni anno. Tre di questi hanno la (s)fortuna di conoscersi bene, di frequentarsi nel privato, di essere amici insomma. Stiamo parlando di Fabi Silvestri Gazzè che, dopo aver compiuto un viaggio formativo in Africa due anni fa, hanno deciso di portare un cerberico progetto musicale, chiamato appunto, con quel pizzico di fantasiosa fantasia nostrana, Fabi Silvestri Gazzè. A dirla tutta però, non è che mi sia garbato molto il prodotto che ne è venuto fuori: ho trovato “Il Padrone Della Festa” borioso, nostalgicamente ripetitivo e soprattutto distruttivo dei punti forti che i tre artisti dimostrano di avere separatamente. Un buco nell’acqua profonda dal mio modesto punto di vista. Ho ascoltato poi il live del concerto che è succeduto all’album in studio e la mia parte intollerante si è dovuta ricredere: il disco in questione riprende molti brani famosi dei tre solisti e li reinterpreta in maniera fresca, nuova. Hanno svecchiato pure “L’Y-10 Bordeaux”, dai, un plauso lo meritano. Anche gli estratti del lavoro congiunto dimostrano di avere una forza celata inimmaginata. Una bella scoperta. VOTO: 7.5



ALBUM: Run (2015)
Gli Awolnation, band-progetto di Aaron Bruno, tornano e cercano di bissare il successo del primo album (che ricordiamo trascinato dalla perfetta Sail), ma non riescono nell’impresa. Ci troviamo di fronte ad un prodotto che si copia nel corso di quattordici lunghe canzoni, si ripete e non osa quasi mai. Il classico suono elettronico discordante, marchio di fabbrica degli AN, viene bilanciato in maniera rivedibile: alcuni brani ne abusano, in altri è completamente assente.
L’album in realtà parte bene: “Run” accelera e introduce bene, “Fat Face” si lascia ascoltare, ma è “Hollow Moon (Bad Wolf)”, singolo che anticipava l’uscita del lavoro in studio, il brano che tiene alte le aspettative. La struttura classica dell’elettronica degli AN mischiata agli Arcade Fire e a tendenze più soft, più alternative, più folk. Un pezzo decisamente riuscito. Si continua discretamente per arrivare a “I Am”, altro singolo molto più pop, accessibile, ma non per questo scadente; si può riconoscere un giro di piano simile a quelli di Chris Martin. Da qui in poi, a parte un paio di eccezioni, l’album declina verso l’inutilità. Solo noia, peccato. Poteva essere un prodotto carino e fresco, molto adatto al periodo estivo, ma così non è. Evocativa la cover. VOTO: 5.5



FILM: La Tempesta Del Secolo - Seconda Parte (1999)
Eccoci finalmente. Dopo una settimana di pausa forzata torniamo a parlare della miniserie di Stephen King che turba, inquieta e fa riflettere. Per capire ciò che verrà detto vi invito a leggere o rileggere la receimpressione della prima parte.
Dove eravamo rimasti? L’entità aveva già cominciato a controllare le menti della popolazione dell’isola, ma quello era niente rispetto a ciò che accade nella seconda parte. In realtà gli eventi non precipitano velocemente come ci si potrebbe attendere da una miniserie, ma l’ansia è crescente e si sente che sta per accadere qualcosa. Tutto porta a pensare che il finale dell’episodio sia la chiave dell’intera opera e così è. Mentre la popolazione continua a subire l’influenza di Linoge (o Legion, per chi ha visto o letto “La Tempesta del Secolo”) il protagonista è combattuto sul da farsi: gli abitanti vorrebbero che uccidesse a sangue freddo la minaccia, ma il buon senso prevale in lui. Lo stesso non si può dire per il resto dell’isola che, sul finire della puntata, decide di scagliarsi contro l’entità, portandola a mostrarsi per quello che è, ossia un demone onnipotente, ma non immortale, badate bene che ciò sarà fondamentale. Lo stregone quindi ricorda nuovamente che se gli verrà consegnato ciò che vuole lascerà libera l’isola del Maine. A quel punto Linoge fugge, lasciando interdetti i presenti. La caccia all’uomo può dirsi conclusa, ma la scelta sarà ardua.

Il livello tecnico perpetua nella mediocrità, ma la trama è ormai entrata nel vivo e la mano del maestro si sente sempre più. Un gradino sopra la prima parte. VOTO: 7

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